Cloruro. I sali a base di cloruro sono molto pericolosi se presenti dentro una struttura soprattutto se armata perché ne provocano la corrosione (←). In particolare il cloruro di calcio (←), (CaCl2), che è applicato nei periodi invernali per rimuovere il ghiaccio, oltre a corrodere
i ferri di armatura, può danneggiare severamente anche la pasta di cemento provocandone una completa disgregazione per la formazione di ossi-cloruro di calcio idrato (←), 3CaO•CaCl2•15H2O.
La presenza del cloruro all’interno del calcestruzzo può avere due fonti:
a) come sostanza contaminante delle materie prime;
b) come prodotto che penetra il calcestruzzo in servizio proveniente dall’ambiente.
a) per le materie prime la fonte più frequente di cloruro è dalla sabbia marina (←) e dall’acqua di mare per l’impasto (←), entrambe ricche di cloruro di sodio e che pertanto debbono essere assolutamente escluse dall’impiego come materie prime per confezionare calcestruzzi armati; un impiego per calcestruzzi non armati è tollerato se si accettano le efflorescenze saline che potranno deturpare la superficie. Per le strutture armate, secondo la norma UNI EN 206-1 esistono limiti nel contenuto di cloruro per le materie prime e per il calcestruzzo: in tutte le materie prime cementizie (clinker, cenere volante, loppa, il limite massimo di cloruro accettato è 0,1% in massa; sugli inerti il limite raccomandato è più severo: 0,03% ma valori più elevati sono tollerati purché si rispetti il limite complessivo di cloruro che viene stabilito per il calcestruzzo(0,02 oppure 0,04%); nell’acqua di impasto il tenore di cloruro tollerato è 1000 ml/L per le strutture
in c.a. e 500 mg/L nelle strutture in c.a.p.; il contenuto massimo di cloruri nel calcestruzzo è stabilito dalla classe in contenuto di cloruri (←);
b) la penetrazione del cloruro (←) dall’ambiente all’interno delle strutture armate in servizio può provenire dall’acqua di mare (←) o dai sali disgelanti (←) applicati sulla superficie per prevenire la formazione di ghiaccio con cloruro di sodio (NaCl), o rimuovere quello già formato generalmente con cloruro di calcio.
Cloruro di calcio -> vedi Cloruro e vedi Attacco dei cloruri: degrado della pasta cementizia.
Cloruro di sodio -> vedi Cloruro.
Cocciopesto. Si tratta di mattone macinato, impiegato nel calcestruzzo antico (←) come una pozzolana artificiale per la capacità di reagire con la calce e provocare l’indurimento anche sotto acqua della malta per la formazione di C-S-H (←) e C-A-H (←) che sono gli stessi prodotti che si formano per idratazione del cemento (←) nel moderno calcestruzzo (←).
Codice Civile. Negli articoli 1667, 1668 e 1669 definisce le responsabilità (←) dei danni provocati dal progettista (←), dall’impresa (←) e dal direttore dei lavori (←).
Coefficiente di disordine. Con il simbolo Cd rappresenta lo stato di disordine degli aggregati alcali-reattivi ed è determinabile mediante la spettroscopia a raggi infrarossi (←).
Coefficiente di permeabilità -> vedi Legge di Darcy.
Coefficiente di Poisson -> vedi Modulo di Poisson.
Coefficiente di variazione. E’ il rapporto (cv) tra lo scarto quadratico medio (), s, e la resistenza meccanica (←) media a compressione (Rm) del calcestruzzo:
Cv = s/Rm
dove cv deve essere non superiore a 0,30 affinché la fornitura del calcestruzzo sia accettabile. Un valore di cv < 0,15 indica un’ottima costanza di qualità del materiale.
Coesività. Assenza di segregazione (←) nel calcestruzzo fresco (←).