“PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO”

INTRODUZIONE

Le pavimentazioni in calcestruzzo rappresentano nella maggior parte delle opere civili ed industriali strutture accessorie per la cui realizzazione non sempre vengono rispettate le regole ed i dettami del “buon costruire”.Non sempre, cioè, le figure (progettista, produttore di calcestruzzo, impresa, pavimentista) coinvolte nella realizzazione dei pavimenti pongono l’attenzione progettuale ed esecutiva che viene riservata ad altri elementi strutturali (travi, pilastri, etc.) più impegnati dal punto di vista statico.Il risultato dell’inosservanza di queste regole e della scarsa attenzione progettuale-esecutiva fa sì che le pavimentazioni rappresentino le strutture in calcestruzzo caratterizzate dal maggior numero di difetti. La difettosità elevata di questa struttura e la conseguente diminuzione di funzionalità delle stesse, inoltre, ha come risultato quello che le pavimentazioni in calcestruzzo rappresentino “l’oggetto di contestazione” nella maggior parte delle controversie che riguardano gli edifici civili ed industriali.Il presente libro si prefigge come obiettivo quello di fornire alcuni concetti sia pratici che teorici di facile utilizzo che consentano di eseguire una pavimentazione priva di difetti e capace di assolvere ai compiti statico-funzionali richiesti.Esso è stato suddiviso in tre sezioni: la prima dedicata al progetto del pavimento; la seconda al dimensionamento ed alla realizzazione dei giunti di contrazione, di costruzione e di isolamento; la terza alle più comuni patologie di degrado e dissesto che interessano le pavimentazioni in calcestruzzo.Il libro contiene una serie di abachi di facile utilizzo che consentono di risolvere in modo rapido numerosi problemi: dallo spessore della pavimentazione al calcolo dell’armatura, dalla distanza dei giunti di contrazione all’impiego di una “barriera a vapore”, e così via. In questa ultima edizione, inoltre, si è potuto far utile riferimento anche alla nuova norma italiana UNI 11146/Settembre 2005 “Pavimenti in calcestruzzo ad uso industriale: criteri per la progettazione, costruzione e collaudo”. Ancorché il libro risulti di facile consultazione e di pratico utilizzo, l’approccio adottato per l’analisi e la risoluzione dei singoli problemi è di tipo strettamente scientifico. Quest’approccio rigoroso ha consentito di “sfatare” alcuni “miti” ed evidenziare come nel campo delle pavimentazioni non sempre soluzioni e tecniche ormai consolidate – che costituiscono come si dice la “regola d’arte” – si rivelino corrette dal punto di vista tecnico.

Costo del libro: Euro 65,00

PrefazioneSimbologia

Capitolo 1: CONCETTI INTRODUTTIVI

  • 1.1 Premessa
  • 1.2 Progettazione secondo la normativa nazionale

 Capitolo 2: CARATTERIZZAZIONE DEL TERRENO

  • 2.1 Modello dell’interazione terreno-pavimentazione
  • 2.2 Modulo di reazione del terreno K e del modulo elastico Eg
  • 2.3 Determinazione di K mediante prova di carico con piastra
  • 2.4 Determinazione di K mediante metodi indiretti
    • 2.4.1 Determinazione di K ed Egmediante classificazione del terreno
    • 2.4.2 Determinazione di K in base all’indice CBR
    • 2.4.3 Determinazione di K in base ad una classificazione del terreno effettuata in cantiere
  • 2.5 Trattamenti del terreno per incrementare K
    • 2.5.1 Drenaggi ed iniezioni
    • 2.5.2 Compattazione meccanica
    • 2.5.3 Correzione granulometrica
    • 2.5.4 Stabilizzazione chimica
    • 2.5.5 Reazione di misti granulari e cementati
  • 2.6 Riferimenti normativi

Capitolo 3: CARATTERISTICHE DEL CALCESTRUZZO

  • 3.1 Stato tensionale nelle pavimentazioni in calcestruzzo
  • 3.2 Resistenza a fatica del calcestruzzo e fattore di sicurezza
  • 3.3 Prescrizioni sulle materie prime e sul calcestruzzo
    • 3.3.1 Componenti del calcestruzzo
    • 3.3.2 Requisiti del calcestruzzo

Capitolo 4: CLASSIFICAZIONE DEI CARICHI

  • 4.1 Tipi di carico

Capitolo 5: PREDIMENSIONAMENTO DELLA PAVIMENTAZIONE

  • 5.1 Carichi concentrati su piedritti di scaffalature
    • 5.1.1 Esempio 1
    • 5.1.2 Esempio 2
    • 5.1.3 Esempio 3
  • 5.2 Carichi concentrati di veicoli in moto
    • 5.2.1 Esempio 4
    • 5.2.2 Considerazioni
    • 5.2.3 Calcolo dello spessore della pavimentazione soggetta al passaggio dei veicoli con 4 ruote per asse
    • 5.2.4 Esempio 5
  • 5.3 Carichi uniformemente distribuiti su fascie di superficie parallele
    • 5.3.1 Esempio 6
    • 5.3.2 Esempio 7
    • 5.3.3 Esempio 8
  • 5.4 Carichi uniformemente distribuiti su una linea

Appendice A – Estratto UNI EN 1991-1-1:2004 – Paragrafo 6.3

  • 1 Aree per attività di immagazinamento ed industriali
    • 1.1 Categorie
    • 1.2 Valori delle azioni
    • 1.3 Azioni indotte da carrelli elevatori
  • 2 Garage ed aree per il traffico veicolare (esclusi ponti)
    • 2.1 Categorie
    • 2.2 Valori delle azioni

Capitolo 6: VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI

  • 6.1 La Teoria di Westergaard
  • 6.2 La Formula di Pickett
  • 6.3 Verifica delle sollecitazioni per carichi indotti dai piedritti di scaffalature
  • 6.4 Verifica delle sollecitazioni per carichi concentrati di veicoli
  • 6.5 Verifica delle sollecitazioni per carichi uniformemente distribuiti su superfici parallele
  • 6.6 Verifica delle sollecitazioni per carichi uniformemente distribuiti su una linea
  • 6.7 Esempio pratico

Capitolo 7: I GIUNTI NEI PAVIMENTI

  • 7.1 Introduzione
  • 7.2 Il ritiro igrometrico
    • 7.2.1 Calcolo del ritiro igrometrico con formule sperimentali
      • 7.2.1.1 Dipendenza del ritiro dalla composizione del calcestruzzo
      • 7.2.1.2 Dipendenza del ritiro dal tempo
      • 7.2.1.3 Dipendenza del ritiro dall’umidità relativa dell’ambiente
      • 7.2.1.4 Dipendenza del ritiro dalla superficie esposta dall’evaporazione
      • 7.2.1.5 Dipendenza del ritiro dall’armatura metallica
      • 7.2.1.6 Dipendenza del ritiro dalla rigidità dell’aggregato
      • 7.2.1.7 Esempio pratico
    • 7.2.2 Calcolo del ritiro secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 14.09.2005
    • 7.2.3 Calcolo del ritiro con formula dell’Eurocodice 2 (UNI EN 1992-1-1) secondo il metodo riportato in appendice 1 alla UNI EN 1992-1-1
  • 7.3 I giunti di contrazione
    • 7.3.1 Realizzazione dei giunti di contrazione
    • 7.3.2 Armatura metallica nelle pavimentazioni
  • 7.3.3 Esempio pratico
  • 7.3.4 Imbarcamento (curling) dei pavimenti
  • 7.3.5 Calcolo della freccia dovuta al “curling
  • 7.3.6 Esempi pratici
  • 7.3.7 L’influenza sul curling della barriera a vapore
  • 7.4 I giunti di isolamento
    • 7.4.1 Le deformazioni di origine termica
    • 7.4.2 I giunti di isolamento nei pavimenti
    • 7.4.3 Calcolo dell’ampiezza dei giunti di isolamento
    • 7.4.4 Deformazioni per escursioni termiche differenziali – il “Warping”
  • 7.5 I giunti di costruzione

Capitolo 8: DEGRADO E DISSESTO DEI PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO

  • 8.1 Introduzione
  • 8.2 Errori nella progettazione e realizzazione dei pavimenti in calcestruzzo
    • 8.2.1 Errato dimensionamento del pavimento in relazione ai carichi in gioco
    • 8.2.2 Errata scelta dei materiali in relazione alla durabilità dell’opera
      • 8.2.2.1 L’azione dell’anidride carbonica
      • 8.2.2.2 L’azione dell’acqua
      • 8.2.2.3 L’azione del gelo
      • 8.2.2.4 L’azione del cloruro
      • 8.2.2.5 L’azione del cloruro di sodio e la reazione alcali-aggregato
      • 8.2.2.6 L’azione del cloruro di calcio
      • 8.2.2.7 L’azione delle sostanze chimiche di provenienza industriale
  • 8.2.3 Errato dimensionamento e cattiva esecuzione dei giunti di contrazione
    • 8.2.3.1 La realizzazione di pavimentazioni in sovrapposizione a pavimenti esistenti
    • 8.2.3.2 Errata esecuzione dei giunti di contrazione
  • 8.2.4 Dissesti e degradi provocati da una non corretta realizzazione del vespaio
  • 8.2.5 Errata esecuzione dei giunti di contrazione
  • 8.2.6 Errori di esecuzione dello stato antiusura
    • 8.2.6.1 La tecnica a spolvero
    • 8.2.6.2 La tecnica a pastina
    • 8.2.6.3 La tecnica a massetto

Capitolo 9: INNOVAZIONI NEL SETTORE DEI PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO

  • 9.1 Introduzione al 3SC
  • 9.2 Il grado di compattazione
  • 9.3 Il calcestruzzo autocompattante (SCC’): il decalogo per produrlo, metterlo in opera e prescriverlo correttamente
    • 9.3.1 Produzione dell’SCC’
      • 9.3.1.1 SCC’ per pavimentazioni industriali
    • 9.3.2 Messa in opera dell’SCC’
    • 9.3.3 Prescrizione dell’SCC’
  • 9.4 Stagionatura del calcestruzzo
  • 9.5 Il calcestruzzo auto-stagionante (SCC”)
  • 9.6 Il ritiro termo-igrometrico
    • 9.6.1 Gli agenti espansivi
    • 9.6.2 Vantaggi del CaO come agente espansivo
    • 9.6.3 I calcestruzzi a ritiro compensato o auto-precompressi (SCC’’’)
  • 9.7 Calcestruzzo auto-stagionante (SCC”) ed auto-compresso (SCC”’) con additivo SRA ed espansivo a base di ossido di calcio
  • 9.8 Self-Concrete: (SCC’)+(SCC”)+(SCC”’)
  • 9.9 Calcestruzzo con ritiro ridotto
  • 9.10 Calcestruzzo con ritiro ridotto per pavimenti senza rete metallica
  • 9.11 Il calcestruzzo a ritiro nullo
  • 9.12 Calcestruzzo a ritiro nullo per pavimenti senza giunti